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Eolo
stelle lontane
ECCO QUA LE IMPRESSIONI CRITICHE DI LAURA ROTTOLI SUGLI SPETTACOLI DEL GIOCATEATRO
Come promesso ecco qui il report di Laura Rottoli del Corso di Critica teatrale nel teatro ragazzi promosso da Assitej e Hystrio

Ringraziamo davvero Laura Rottoli che, pur alla sua prima esperienza critica, è riuscita  a restituirci con semplicità  in modo chiaro e confacente lo spirito degli spettacoli presentati a Torino.

U.MANI
Compagnia ILLOCO TEATRO


Cinque artisti tra attori e videomaker ci guidano nella vita di Clara: una bambina che a causa di un guasto alla TV, compagna quotidiana delle sue giornate, trova l’occasione di aprire la mente, giocare con la fantasia e immaginare viaggi tra cielo, terra e mari guidata da un gabbiano che la aiuterà a restituire il sorriso alla Luna.
Tutta la storia è narrata attraverso l’occhio della videocamera che riprende live solo le mani degli attori e i piccoli mondi che visitiamo.
Scene oniriche sul maxischermo si susseguono senza pause che però rischiano di far dimenticare che tutto stia accadendo qui e ora. I bambini in sala potrebbero essere catturati dalle belle immagini, ma esclusivamente quelle del video, scordandosi la magia che stia accadendo tutto lì, a pochi centimetri dal loro naso, attraverso il teatro.
Dopo i primi dieci minuti non vediamo più gli attori in scena ma finiamo per guardare solo lo schermo fino a che i movimenti per la preparazione delle scene successive distraggono dalla storia che a volte rischia di passare in secondo piano, succedendosi alla tecnica utilizzata a nostro avviso in modo convincente.
Vi è molta pulizia e precisione dei movimenti e degli spostamenti degli artisti che si destreggiano agilmente tra gli spazi minuscoli di Clara ricostruiti con fantasia e attenzione ai dettagli.
In alcuni casi i personaggi ci sono risultati un po’ stereotipati, soprattutto quelli della madre e del padre.



Il bambino e la formica
Compagnia FONTEMAGGIORE


Ayo è un bambino congolese che da sempre ha vissuto e lavorato in un “formicaio”: una miniera che un giorno, in seguito ad una frana, lo intrappola nei suoi cuniculi. Ayo si ritrova solo e al buio fino all’arrivo della formica Undici che lo aiuterà a ritrovare la luce, a scoprire il sole.
I due muppets in scena sono realizzati e mossi molto bene risultando molto espressivi e creando fin da subito empatia con il pubblico. C’è cura dei personaggi, sapiente uso della voce senza essere caricaturale ed è chiara fin da subito la relazione tra i due protagonisti.
Una favola quella di Ayo molto interessante e originale che narra il tema dello sfruttamento minorile in maniera delicata, facendo a tratti apparire un sorriso, senza incupire ma aprendo alla speranza, alla scoperta di un sogno, alla voglia di libertà, per immaginare un futuro migliore.
“La morale esplicita è che i bambini devono sognare, devono giocare, devono poter immaginare il mondo e quello che non c'è”



Dante fra le fiamme e le stelle
Coproduzione
FONDAZIONE TEATRO RAGAZZI E GIOVANI ONLUS
TEATRO STABILE DI TORINO – TEATRO NAZIONALE



Non è un classico Dante quello di Matthias Martelli che in scena è senza alloro, non indossa abiti rossi ma incontriamo un Dante più vero, un uomo con i suoi difetti e complessità. Non solo Divina Commedia dunque, ma anche locande, guerre, vicende personali vissute da Dante stesso che vengono narrate in modo “giullaresco” ad un ritmo incalzante, con padronanza della lingua dell’interprete accompagnato live da un violoncello. Veniamo investiti dalle parole e movimenti continui, a volte senza occasione di stare nelle parole stesse e respirare tra una scena e l’altra.
All’ingresso in sala il sipario è aperto e ci troviamo di fronte ad una grande campana circondata da impalcature che vengono aperte, chiuse mosse e calpestate in ogni loro centimetro durante tutto lo spettacolo che, a mio parere, potrebbe reggere anche senza nulla in scena immaginandoci i luoghi come già facciamo nell’eterno vagare del narratore.
Un buon modo per raccontare il sommo poeta ai ragazzi con un linguaggio simile al loro, attuale e scaltro che potrebbe farli appassionare a quello che a scuola solitamente (e purtroppo) è solo frasi a memoria e nozioni, rivalutandolo e osservandolo da un altro punto di vista: non solo poesia ma anche e soprattutto vita vissuta, molto più vicina ai giorni nostri di quanto immaginiamo.



Quadrotto, Tondino e la Luna
Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus


Quadrotto vive in un mondo quadrato proprio come lui, una notte vede la Luna, così tonda, leggera sospesa nel cielo; sogna di poterla raggiungere ed ecco che arriva Tondino: un vivace cerchio.
I due parlano lingue diverse e sono così lontani l’uno dall’altro da far sembrare impossibile un’amicizia, che però arriva un passo alla volta accorciando le distanze tonde e quadrate.

Non molte parole ma musiche, giochi sonori e fisicità, che aiutano la narrazione dei due attori esperti e che ci accompagnano con poesia e leggerezza nel mondo di Quadrotto e Tondino. La diversità anche di suoni diventa ricchezza, spunto per una nuova armonia.

Uno dei pochi spettacoli, questo, che ha avuto l’onore di avere dei bambini nel pubblico che diventano a loro volta compositori aiutando ad unire forme diverse, a riordinare il caos, a ricreare una nuova Bellezza, inventando, come solo loro possono fare, mondi non previsti e banali.

“Le parole dei protagonisti sono "suoni assurdi", letteralmente "da sordi", "suoni stonati" prima di trovare l'accordo di un senso condiviso che renda quei suoni dialogo e concerto.”

FIORI D’ORTICA. Storia di un incontro tra due ortiche in fiore
Compagnia NONSOLOTEATRO


Un’attrice con una sola sedia in scena ci narra di Adele: giovane ragazza di 13 anni che sta scoprendo e prendendo coscienza del proprio corpo e delle emozioni che la travolgono. Adele sta per conoscere sè stessa, chi è e chi potrà essere.
Tema interessante e affrontato delicatamente da Sara Moscardini: abile narratrice, precisissima nell’utilizzo delle parole, naviga sapientemente nella storia estremamente dettagliata che rischia però di lasciare poco spazio all’immaginazione. Una scelta registica quella di essere, in questa occasione, fedele al testo senza lasciarsi molto trasportare dalle emozioni, che arriveranno con le repliche future, familiarizzando sempre più con Adele e le sue emozioni.

MOstrOgiraMOndO
Compagnia LA PICCIONAIA


Luna è una bambina che abita in una Casa Famiglia, la sua famiglia vera è lontana e, tra le tante emozioni contrastanti che prova, incontra il MOstrOgiraMOndO scoprendo che anche lui, come lei ha delle paure.
Spettacolo di Teatro Danza proposto per bambini dai 4 anni. Molto interessante il tema scelto ma non riusciamo a capirne l’obiettivo. Tra movimenti, parole recitate e accentuate con una cantilena che ci distrae e musiche non coerenti tra loro facciamo fatica a seguire la storia e a goderci lo spettacolo catturati principalmente da l’irrequietezza e dal vagare dell’attrice in scena.

La migrazione degli animali
Compagnia Teatro Delle Briciole Solares Fondazione Delle Arti - un progetto della Compagnia
Rodisio


Liberamente ispirato al silent book “Migrantes” di Issa Watanabe, “La migrazione degli animali” racconta appunto di migrazioni, di partenze, di chi è costretto ad abbandonare la propria casa, il proprio paese, affrontando non pochi pericoli.
Entriamo in sala, buio, musica dai toni cupi, una luce fioca si accende e una voce narrante registrata ci immerge nel mood dello spettacolo. In modo molto lento, quasi solenne, appaiono i protagonisti della storia: gli animali, piccole statuine grandi poco più di una mano, in partenza alla ricerca obbligata di una nuova casa.
Fin da subito la speranza non ci accompagna e vedremo questi poveri animali che nell’ora di spettacolo verranno tutti toccati dalla morte perennemente sul loro cammino, senza scampo.
Solo nell’ultima scena troveremo un piccolissimo e brevissimo spiraglio di speranza, ma a mio parere, a quel punto dello spettacolo i bambini li avremo già persi da un po’.

A cup of tea with Shakespeare
Teatro del Buratto


Chi era Shakespeare? Come parlerebbe di sé e come lo tradurremmo oggi? Perché le sue opere sono immortali, oltre il tempo e lo spazio? Ce lo spiega proprio lui: William Shakespeare in carne ed ossa con ironia sorseggiando una tazza di tè.
Spettacolo adatto a giovani ragazzi e ragazze che si approcciano alla lingua inglese e all’autore del quale scopriamo le origini del nome, curiosità sulla sua vita e soprattutto ci tuffiamo insieme nelle sue opere decantate perfettamente in lingua inglese tra le quali “Romeo e Giulietta”, “Macbeth”, “Amleto” e sonetti scritti in pentametro giambico con il quale Shakespeare ha giocato e rivoluzionato il proprio tempo e quello a venire.
L’attore crea fin da subito un’atmosfera accogliente e una giusta intesa con il pubblico, un rapporto diretto e sincero, proprio come se anche noi spettatori sorseggiassimo del tè in un’informale chiacchierata con il più famoso poeta e drammaturgo della nostra storia occidentale.

VOLO. Il primo passo è staccarsi.
TECNOLOGIA FILOSOFICA / MORENICA-CANTIERE CANAVESANO


La violenza domestica è il tema dello spettacolo scritto, diretto e interpretato da Francesca Brizzolara che regge la scena per un’ora circondata da foglie secche e pochi elementi scenici in un monologo in otto quadri.
Francesca Brizzolara ci parla di violenza, della difficoltà ad uscirne, delle paure e della voglia di libertà con precisione tecnica e credibilità.
Una storia realistica, che apre a diversi spunti di riflessione, ma raccontando di un rapporto tra adulti, mi domando se un pubblico di adolescenti abbia gli strumenti per capirlo fino in fondo accogliendone così la funzione catartica.


SOUL OF NATURE
Compagnia ARTEMAKIA


5 circensi in scena si destreggiano nella foresta. Un’esploratrice si addentra nella natura per cercare cosa? …Lo riusciamo a intendere solo dopo la prima metà dello spettacolo quando si cita un tesoro, in seguito ad un susseguirsi di numeri acrobatici, un dietro l’altro, senza pause, a ritmi accelerati.
In questo caso la storia è solo un pretesto, la drammaturgia è debole e a servizio delle tante, tantissime performances circensi: giocoleria, Danza Aerea con tessuti e trapezio, esibizioni a corpo libero ecc. in scena c’è tanta, troppa roba: bolle scendono dall’alto, coriandoli sul finale, scenografie imponenti e costumi non troppo ricercati. Sicuramente comunque non mancano i colpi di scena.


E VENNE LA NOTTE. Storie di masche, di folletti e creature del mistero
Compagnia Il Melarancio

Ore 22:30. L’orario della replica a conclusione della seconda giornata di Festival non ha aiutato molto gli spettatori provati dai 7 spettacoli precendenti, ma Gimmi Basilotta è un attore con tanti anni di esperienza alle spalle, conosce bene il palcoscenico e sa viverlo accogliendoci in un’atmosfera calda augurandoci la buonanotte raccontando una serie di storie popolari, alcune delle quali con molti termini dialettali di non facile comprensione per i non autoctoni.
Attraverso l’utilizzo di oggetti e di figure di memoria contadina prendono vita personaggi delle diverse storie portandoci fino in mezzo al mare.
“Tratte dal racconto orale dei nonni, dei vecchi di paese e di borgata, le storie dello spettacolo sono il frutto di un lavoro di ricerca e di raccolta di memoria popolare durato più di dieci anni sul territorio delle valli alpine del cuneese.”

GIRO GIRO VAGANDO
Onda Teatro - Compagnia Arearea


Due ragazze, forse due amiche, molto diverse tra loro, con obiettivi e desideri opposti condividono esperienze di viaggi immaginari partendo dai primi piccoli passi verso l’ignoto.
Interessante l’idea e l’utilizzo dei tessuti che compongono il pavimento che si scompone e prende nuove forme nella storia. Uno dei pochi spettacoli, anche questo, che ha avuto la fortuna di vedere la presenza di bambini che sono stati affascinati inizialmente dalla novità e dai movimenti delle due attrici/danzatrici ma che verso la fine si sono distratti “abituandosi” al gioco scenico che non li ha rapiti fino alla fine dello spettacolo.

Sapiens
Principio Attivo Teatro
Due specie di ominidi si incontrano-scontrano: i Sapiens e Neanderthal. I primi più evoluti, con maggiori conoscenze, più organizzati e abili cacciatori, mentre i secondi più arcaici, più sensibili, poetici e vicino alla natura che, invece di domarla ci convivono, ne seguono il ritmo e ne conoscono i segreti più profondi.
I sei attori in scena sono precisi, i personaggi e le relazioni tra loro sono ben chiare fin da subito e i giochi d’ombra incastrati alla perfezione con la narrazione che scorre piacevole e divertente senza cadere nel banale. Forse la morale esplicitata sul finale risulta un po’ ridondante ma è tutto molto affascinante, un lavoro preciso e gradevole: una fiaba preistorica sulle differenze che, nonostante le difficoltà, possono essere una grande risorsa e un’occasione per migliorare il presente e il futuro.

LAURA ROTTOLI











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